Mister Mimmo Di Carlo ha rilasciato delle interviste per parlare di questo momento di emergenza, nel quale tutti insieme dobbiamo fare squadra.

“E’ un momento importante per la vita di tutti, come in ogni momento difficile, occorre unirsi e cercare di lottare. Stiamo combattendo una partita più importante del calcio, una partita per la vita, dobbiamo rimanere calmi, seguire le indicazioni che ci danno e rimanere a casa, perché è l’unico modo per vincere questa partita.

Il calcio giocato? Al momento non è la cosa essenziale, ora dobbiamo rispettare le regole e darci una mano, facendo squadra, facendo il tifo per i nostri medici e infermieri che sono persone fantastiche e straordinarie e ce lo stanno dimostrando ogni giorno. Accanto a casa mia abita un primario che in questi giorni sta lavorando 14 ore al giorno al San Bortolo, la moglie lavora in rianimazione ed è distrutta, perciò penso soprattutto a loro. Ecco perché dobbiamo stare a casa, per uscire quanto prima da questa situazione.

Manca il biancorosso? Ci manca, poi quest’anno stava andando bene, da tre mesi, cioè da quando abbiamo conquistato la vetta della classifica, non abbiamo mai mollato e questi uomini devono dimostrare di essere forti perché se le cose vanno come devono andare, ritorneremo a sorridere tutti insieme.

I compiti per casa alla squadra? Sono dei gran professionisti: hanno voglia di lavorare, di giocare, di allenarsi. Ognuno di loro sta lavorando da solo, seguendo un programma che abbiamo dato loro, ci sentiamo ogni tanto tramite le chat, ma ciò che conta è debellare questo virus.

La campagna social #stiamoacasa della società? Abbiamo bisogno di scoprire le piccole cose che tante volte si danno per scontate, come ad esempio lo stare in famiglia. In questi momenti bisogna avere positività per creare un futuro migliore.

Dal punto di vista sportivo la sospensione preoccupa? No, zero, abbiamo un grande gruppo, una grande squadra, una grande società e dei grandi tifosi. Se dovessimo tornare a giocare sarebbe importante innanzitutto perché significherebbe che la situazione è migliorata, il mio primo pensiero va ai medici e infermieri che stanno affrontando questo momento e a tutti i nostri tifosi, vicini e insieme possiamo vincere questa battaglia.

Il compleanno del Lane? Orgoglioso di averlo festeggiato e di essere stato partecipe di questo percorso, sia da giocatore e adesso da allenatore, per me è motivo d’orgoglio. Era il mio obiettivo più importante e ringrazio la famiglia Rosso che mi ha dato la possibilità di diventare l’allenatore del Vicenza. Stiamo lavorando per far crescere questo Vicenza che ora è in Serie C, ma vogliamo lavorare forte e duro per uscire al più presto da questo campionato che è il più difficile in assoluto. Mi sembrava giusto tornare in Serie C da allenatore, dove cominciò il mio percorso da giocatore con il Vicenza e dove conquistammo la promozione. Senza una proprietà importante però non si potrebbe fare nulla e noi ce l’abbiamo e anche grazie ai nostri tifosi potremmo andare lontano. Il Vicenza deve uscire al più presto dalla C, ci sono molte altre squadre forti ma ad oggi stiamo meritando la prima posizione, ma ripeto che questo passa in secondo piano in questo momento difficile, perché la cosa più importante oggi è stare a casa.”

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