Si ricomincia
Le prime partite della rinascita
L’inizio dell’attività del Vicenza dopo la catastrofe della guerra è comprensibilmente difficile, infatti più di qualche atleta ha dato il sacrificio estremo alla Patria, inoltre le strutture sono del tutto inutilizzabili.
Le prime partite della rinascita, i berici le disputano in campo neutro, almeno fino a quando non è costruito in Viale Verona un nuovo impianto sportivo, sempre con annessi spogliatoi in legno. Il campo è solennemente inaugurato il 22 giugno 1919 in una cornice patriottica, alimentata dalla squadra avversaria, la Triestina, rappresentante della città appena ritornata italiana.
In quell’anno si disputano solo amichevoli, e la ripresa agonistica vera e propria si avrà con il campionato Veneto 1919-20 con il Vicenza che conclude al quarto posto. La ricostruzione dell’A.c.VI nel dopoguerra è lunga e laboriosa, alla presidenza della squadra berica si alternano nomi quali: Friederichsen, Giacomo Sartea, il Ten. Gen. Luigi Maglietta e quindi il cav. Riccardo Sebellin in carica dal 1921 al 1925. Sono anni difficili anche per la squadra, si deve allora ripartire da zero, dal campionato di Terza Divisione (l’attuale serie C), una categoria che a Vicenza sta stretta e sarà presto abbandonata. La ricostruzione passa per le mani d’allenatori stranieri di nome e fama internazionale quali gli ungheresi Sedlacek, Wilheim e Bekey. In questa delicata fase arrivano a Vicenza anche i primi stranieri, sempre di scuola magiara, si tratta di Horwart e Molnar.
I gironi di Seconda e Terza divisione vedono la partecipazione di un numero maggiore di squadre, per cui il Vicenza si trova a disputare incontri con realtà sportive fino ad allora sconosciute, spaziando per il Nord-Est dell’Italia.
La cronaca sportiva di quegli anni narra di campionati disputati con alti e bassi, di rilievo la stagione 1924-25 con il Vicenza primo insieme all’Udinese e vittorioso negli spareggi, ma viene poi penalizzato a causa di una partita giocata in Ungheria dal suo giocatore straniero, Horwart, a campionato in corso. Nel periodo analizzato in questo capitolo due figure sono da ricordare per l’importanza che hanno avuto per il calcio berico, seppur in modi diversi.
Il primo da ricordare risponde al nome di Piero Spinato, maggior realizzatore biancorosso di tutti i tempi con ben 121 reti in 197 presenze in campionato (in totale 256 partite e 165 reti segnate considerando amichevoli etc.) dal 1927 al 1937, anche allenatore. Sarà alla guida della squadra nella storica promozione in serie A al termine del campionato 1941-42. Nel 1928 invece entra nell’orbita biancorossa il marchese Antonio Roi, autentico mecenate del calcio vicentino, presidente della società a più riprese fino al 1944 e sempre presente nella società cui dedicò ogni risorsa, fisica ed economica.
La prima uscita ufficiale è datata 18 maggio 1903 nel campionato Provinciale per Scuole con la compagine berica opposta alle scuole Cordellina, Baggio e Schio con il Vicenza che primeggia vincendo il suo primo torneo. Il primo impegno lontano dalle mura amiche avviene invece il 31 maggio 1903 per la disputa della Coppa Venezia sul campo del Lido, insieme alle squadre della Reyer Venezia e del Milan Cricket and Football Club. La cronaca narra di un’ottima impressione suscitata dalla grintosa squadra berica (all’epoca giocavano con una camicia a strisce biancorosse con pantaloncini e calzettoni neri), capaci di battere i veneziani con il secco risultato di tre reti ad una, prima di essere sconfitti dalla prestigiosa compagine lombarda per 5 a 0. Nel 1904, precisamente il 15 maggio, il Vicenza partecipa al campionato veneto allora istituito nel quale si trova ad affrontare ancora la Reyer Venezia. L’incontro termina 2-2 dopo i supplementari, quindi si necessita della ripetizione della gara che si gioca il giorno stesso e termina con l’inattesa vittoria del Vicenza per 4-2. L’A.C.VI è campione Veneto.
Nel 1906 è istituita la prima Coppa Vicenza che vede la squadra di casa trionfare ripetutamente contro le rivali venete. Il periodo seguente è caratterizzato dalla partecipazione a molti tornei provinciali e regionali che precedono il successo nel Campionato Veneto del 1910. L’anno 1911 è importante per il calcio vicentino, infatti è di quell’anno l’inaugurazione del nuovo campo di gioco (non è ancora tempo di parlare di stadio…), in località Borgo Casale vicino a dov’è ora il Menti. Il Vicenza soddisfa così la necessità di un terreno destinato unicamente alle partite di calcio, abbandonando i campi in Piazza d’Armi e in Campo Marzio; senza quindi dover più giocare in rettangoli verdi condivisi con molti appassionati del pallone, che a quell’epoca erano in numero crescente. Degna di nota la costruzione di spogliatoi in legno. Dal punto di vista sportivo il 1911 viene ricordato per il titolo nazionale che sfuma nella finale con la Pro Vercelli pluri titolata. In finale il Vicenza giunge dopo aver vinto il Campionato Interregionale Veneto-Emiliano battendo Bologna, Hellas (Verona) e Venezia in gare di andata e ritorno disputate tra il 5 Febbraio e il 12 marzo.
La finale si svolge in due gare a campi invertiti, e i berici vengono sconfitti sia in Piemonte (3-0) che in casa (1-2), uscendo in ogni modo a testa alta dalla competizione.
I partecipanti a quelle due gare storiche furono: Tessari, Pozzi, Vallesella, Tonini 1°, Tonini 2°, Tonini 3° (fratelli), Ghiselli, Capitanio, Pedrina, Botticelli, Bellavitis, Ciscato. Il Vicenza riproverà in seguito a ripetere quest’ottimo exploit, ma con alterne fortune, stante l’ancora troppo netto divario tra la squadra biancorossa e le compagini del triangolo Liguria-Piemonte-Lombardia. Sono di questi tempi anche numerose partite disputate contro formazioni straniere, partite nelle quali i berici s’impongono spesso.