Mister Dan Thomassen ha incontrato la stampa, in vista della sfida di domani contro il Trento, in programma alle ore 14:30, allo stadio Romeo Menti.
“Cecare di costruire aggiungendo mattoni? Forse, non è nemmeno il caso di parlare di mattoni, visto il tempo a disposizione. Dobbiamo ragionare di partita in partita e cercare di portare dentro alla gara quello che ci serve in questo momento. Non ci siamo riusciti con l’Arzignano, non lo nascondo, siamo qui per riprovarci domani.
La settimana come è andata? Bene. È una squadra che lavora, ma che può alzare ancora il livello di agonismo e di intensità in allenamento. C’è una differenza tra allenarsi bene e poi cercare di riprodurre l’atteggiamento della partita. È una squadra che lavora ma voglio alzare anche questo livello. In allenamento occorre riuscire ad avvicinarsi il più possibile a quella che è la partita..
Non lo vedo ancora? Il livello che voglio io no. Questa settimana ci siamo avvicinati in qualche allenamento a quello che richiedo io. Chiaramente posso parlare solo per quella che è la mia asticella per questi aspetti. Voglio riuscire ad alzarli ancora, perché per me passa tutto da lì.
Serve una scossa perché la squadra è spenta? Sono d’accordo. Scintilla, chiamiamola così. A volte nelle difficoltà, e non riguarda solo il calcio, può sembrare molto più lontana la luce o la risoluzione alla difficoltà che stiamo affrontando, quando invece a mio avviso, in questo caso, non è così lontana. Vogliamo riuscire a far scoccare questa scintilla, ma non te la regala nessuno, dobbiamo guadagnarcela sul campo, trasformare tutti gli eventi positivi di una partita in una piccola scintilla. Che siano gol fatti, duelli vinti o tutto quello che succede in campo. Il nostro sforzo dovrà essere quello di trasformare ogni evento positivo, in una piccola scintilla.
Manca il gruppo compatto? Non ho parlato di non portare in campo quello che vedo in settimana, ho parlato di un mio livello di allenamento che vorrei raggiungere. Giustamente chi guarda da fuori, voi e i tifosi, osservate quello che succede la domenica. Capisco che a volte l’impressione può essere questa, di vedere una squadra che magari non ragiona con la stessa testa, ma fa parte di questi momenti, dove è il momento a portare l’individuo – non perché non vuole bene ai compagni o non vuole essere coeso – a scegliere soluzioni individuali, ma non è una scelta attiva del giocatore a mio avviso, è una situazione che si crea. Io sono qui per provare ad evitare questo.
Indisponibili a parte Jimenez, Cataldi e Ierardi? Si è aggiunto Sandon. Non è disponibile per domani, purtroppo, ha avuto un risentimento nella zona del pube, si è allenato solo martedì e poi si è dovuto fermare e avrà una visita lunedì per capire i tempi.
Piove sul bagnato in difesa? Questo è. Personalmente non sono abituato a cercare alibi. Sono abituato a ragionare su chi c’è, sono consapevole della situazione, però chi c’è farà. Scarsella è tornato tra i convocati, mi fa molto piacere perché dà un apporto importante in termini di personalità, di esperienza. Si è integrato al gruppo completamente martedì, ha fatto tutti gli allenamenti questa settimana. È ovvio che dopo 55 giorni fuori, la condizione sarà quella che è, però intanto è una notizia positiva per noi e per tutta la squadra che sia tra i convocati.
Abbiamo proprietà solida, tifosi, blasone ecc.. se ho un’idea di cosa non è andato in questi anni? Voglio e devo essere onesto: assolutamente no. Non ho il tempo materiale di analizzare passato, contorni, blasone. Dal primo giorno in cui ho intrapreso questa nuova avventura, la mia vita è lavorare-dormire-mangiare. Devo andare per priorità, perciò mi sto concentrando soltanto su quello di cui ha bisogno questa squadra. Sono consapevole del contesto in cu imi trovo, ma il pensiero è rivolto al campo.
Moduli? Ritengo che la squadra sia in grado di poter adottare sia il 433 che il 4231. Per le caratteristiche dei singoli come prima cosa, il cambio può sembrare un cambio radicale ma in realtà non lo è, perché alla fine è un mediano che viene portato in trequarti. Non cambiano tantissimo le dinamiche, sia in fase di possesso che di non possesso, quindi mi sento assolutamente tranquillo con i ragazzi nel lavorare con entrambe le soluzioni e ci possono dare una mano non solo nell’affrontare la gara dal primo minuto ma chiaramente anche a gara in corso. La voglio vedere come un’arma in più.
Domani come parto? Ho un piccolissimo vantaggio, nel senso che il mio curriculum da allenatore è ancora molto corto e gli altri allenatori non mi conoscono, vorrei tenermi quei pochi vantaggi che ho. Quindi, battute a parte, me lo tengo per me. Mi tengo il dubbio fino a domani mattina.
Trento? E’ una squadra che ha cambiato diversi giocatori a gennaio, da come la leggo io da fuori probabilmente giocatori adatti al loro allenatore. Hanno un’identità ben chiara, una squadra molto aggressiva. Sarà da capire domani in fretta come intende giocare qui, con che approccio vorrà affrontare la gara. Io resto convinto che le forze devono essere sì rivolte all’avversario, come sempre con grande rispetto, ma prevalentemente dentro di noi, le risposte sono lì.
Raccomandazioni? Il mio percorso è un continuo analizzare allenamenti e gare, ultima quella di Arzignano, su cosa serva alla squadra per potersi esprimere meglio. Passa assolutamente attraverso la fase di non possesso. La squadra che riesce ad essere aggressiva, sporcare e rovinare il gioco degli altri, secondo me, trova una forza sia mentale che tattica, che permette sia ai singoli che alla squadra di esprimersi anche in fase di possesso.
I tifosi hanno detto “chissà se i giocatori si sono vergognati tanto quanto ci siamo vergognati noi”? Che i ragazzi abbiano subito la sconfitta con l’Arzignano è sicuro. Ogni sconfitta, anche in allenamento, ci deve bruciare e far male, perché diventa benzina per la domenica dopo. Nel calcio lo dicevo a me stesso quando giocavo e ora che alleno “non sei mai più forte dell’ultima partita che hai fatto”, con questa regola in testa possiamo affrontare tutte le sfide, tutte le settimane e tutti gli allenamenti con un approccio di estrema fame”.